giovedì 14 febbraio 2008

Petrarca

Mi lascio trasportare da questo meraviglioso sonetto (189) del Divino Petrarca...

Passa la nave mia colma d'oblio
per aspro mare, a mezza notte il verno,
enfra Scilla et Caribdi; et al governo
siede 'l signore, anzi 'l nimico mio.

A ciascun remo un penser pronto et rio
che la tempesta e 'l fin par ch'abbi a scherno;
la vela rompe un vento humido eterno
di sospir', di speranze, et di desio.

Pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
bagna et rallenta le già stanche sarte,
che son d'error con ignorantia attorto.

Celansi i duo mei dolci usati segni;
morta fra l'onde è la ragion et l'arte,
tal ch'incomincio a desperar del porto.

4 commenti:

TURAMBAR ha detto...

bel blog,
io ne ho uno di poesia
poetryway.blogspot.com
vi è una poesia che emula petrarca
"solo e lacerato i più erti colli"
che ne diresti di commentarla?

enzo ha detto...

volentieri!
aggiungimi al tuo elenco

TURAMBAR ha detto...

gentile proprio,
se segui il mio blog fra pochi giorni esce la seconda poesia che emula petrarca, commenta il blog se non ti dispiace però

TURAMBAR ha detto...

ora ho pubblicato la seconda poesia mia che emula il divin poeta d'avignone:
" Solo e devastato i più angoscianti pensieri"
vuoi lasciarmi un commento?
sempre su
poetryway.blogspot.com
magari commenti pure le altre....