giovedì 11 ottobre 2007

Sempre su "Traversate" (4)

Magistrale schizzo di Beirut al mattino.
"Fi-l-sobh, all'alba. Mi ero svegliato molto presto, per scoprire la città sotto un altro aspetto. Avevo bisogno di avvertirne le pulsazioni, di sentirla scrollarsi, riprendere vita. Camminavo senza meta, svoltando a sinistra, ritornando indietro, andando di qua e di là, guidato solo dal ritmo dei miei passi. La forma della città, completamente avvolta nella densità della notte, non si vedeva. Isolati sparsi, cumuli di buio sul granpavese delle mie traversate, come riuscire a orientarmi? Non importa, l'oscurità non m'impedisce di vedere quel che al momento non cerco. Con i sensi all'erta, posso indovinare al tatto le asperità della città, sentire la brezza fresca che viene dal mare, e soprattutto posso ascoltare. Ascoltare quel canto sacro che sfida il caos della città. Sale lentamente, attraversa la notte e chiama il giorno. Sordo, al principio, grave, quasi cavernoso, cresce, sale, si gonfia per diventare poi fluido, leggero, quasi trasparente. Le variazioni della voce rivelano un mondo che, fino ad allora, sembrava inaccessibile. Canto sacro, mondo divino, che si lascia intravedere d'improvviso tra gli arcani della città profana."

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